giovedì 17 novembre 2016

Educazione di una canaglia

E' possibile essere scrittori e canaglie? A questa domanda risponde egregiamente Edward Bunker  nel suo capolavoro Educazione di una canaglia in cui racconta la storia della sua vita a partire dalle prime esperienze da carcerato all'età di diciassette anni. La crudezza delle descrizioni si contrappone ad una sorta di immagini edulcorate, trasgressive e inimmaginabili. La scrittura spinge il lettore a conoscere le emozioni più recondite e i  meccanismi dei suoi comportamenti, comprese le conseguenze.
A partire da questa domanda una riflessione sul risollevarsi da condizioni precarie e vulnerabili merita attenzione. La letteratura scientifica ed autobiografica sulla resilienza indica che i percorsi possano essere deviati verso un orizzonte migliore invertendo la rotta disegnata da un fato avverso. Questo è più facile se si incrociano persone che ci danno una mano, che ci offrono un cenno assertivo, di conforto e sostegno. Spesso queste persone nascondono un proprio "pentolino" come nel libro di Isabelle Carrier per Kite Il pentolino di Antonino.

Incontrare "soffiatori d'anima" come li definisce Cyrulnik in grado di restituire ai bambini e ai loro genitori una nuova prospettiva potrebbe essere l'elemento cruciale per molte famiglie vulnerabili. In questi giorni ho trovato una definizione di vulnerabilità commovente quale "il cuore dell'esperienza umana più significativa" nella quale si trova la fragilità derivante dall'esposizione all'amore, all'appartenenza, alla connessione più vera dell'essere umano con il prossimo.
Nel complesso lavoro con le famiglie, gli educatori hanno la possibilità di esercitare un ruolo fondamentale attraverso la co-educazione creando attraverso legami di alleanza un progetto educativo condiviso in una partecipazione autentica e vera. Avere i genitori dalla parte della scuola è quindi sinonimo di professionalità e consapevolezza indiscutibili e pregevoli. Nell'ottica delle teorie dell'ecologia dello sviluppo umano e della resilienza, la relazione tra genitori e insegnanti è un sostegno straordinario per lo sviluppo del bambino. Se il bambino è una "canaglia" allora gli strumenti dell'insegnante debbono garantire un'attenzione particolare che nasce dalla consapevolezza della possibilità di far rientrare quel bambino in un percorso migliore nell'orizzonte dell'educabilità umana, sempre possibile e realizzabile in un progetto di vita individuale. Considerare il contesto di vita risulta cruciale per fare un lavoro di rammendo puntuale che svincoli il bambino ad un destino contrastabile con la professionalità.
Operare quindi per riallacciare i fili di una relazione proficua tra genitori e figli secondo la visione ecologica, che prevede una collaborazione vivace e vera tra multiprofessionalità, è una sfida affascinante alla quale tutti coloro che ruotano attorno alla famiglia possono aderire. L'ottica da assumere riguarda l'andare verso quella famiglia, aprirsi a modalità diverse per trovare il tassello giusto in quel puzzle, cercando anche negli interventi domiciliari quell'intimità che a volte permette un rispecchiamento, un guardare con compassione un volto e valorizzare il portato dell'individuo qualunque esso sia.
Nella pedagogia della famiglia e non solo, vengono presi in considerazione i fattori di vulnerabilità e di resilienza che giocano a favore o contro la riorganizzazione negativa o positiva secondo la definizione di Daniel e Rodrigo nel modello "resilience matrix" (vedi figura).
Occorre quindi conoscere in modo approfondito questi fattori, gli eventi e le circostanze della vita della famiglia e soppesare di conseguenza le fasi di un intervento mirato per sostenere la genitorialità in una prospettiva protettiva e di empowerment.

In Italia il progetto PIPPI (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione) si sta diffondendo sempre di più, per rispondere in maniera concreta ai bisogni emergenti delle famiglie vulnerabili.

L'unione fa la forza, si dice e si può "fare". La gratificazione che deriva dal vedere un bambino e una famiglia rimesse nei binari giusti è impagabile.

Siamo in un paese che ha sviluppato teorie e programmi di rilievo di sostegno alla genitorialità, non solo su base teorica bensì si tratta di linee guida che hanno dato origine a degli strumenti concreti per approcciare la famiglia in modo costruttivo, creativo, generativo. Mi riferisco al citato PIPPI, a Nati per Leggere e Nati per la Musica, a Genitori più. Questi strumenti sono a disposizione di molti operatori che sempre più sono consapevoli della necessità di collaborare per avere una visione più completa che permetta di agire efficacemente.

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