lunedì 6 giugno 2016

Le "domande magiche" e la lettura



Le "domande magiche" sono quelle che riescono ad innescare un circolo virtuoso tra l'interesse del bambino, del genitore centrati sui libri. Vediamo in breve come nell'arco dei primi anni di vita le domande possono aiutare il bambino a comunicare le sue sensazioni ed esperienze personali che si mettono in collegamento con le storie dei personaggi nei libri.  utile che l’adulto verbalizzi le intenzioni del bambino, il bambino sente parole che si riferiscono esattamente a ciò che lo interessa  in quel momento e apprende la parola.  Allo stesso modo si facilità la comprensione dei nuovi vocaboli indicando e nominando le figure.
Per quanto riguarda le competenze psicofisiche del bambino, imparare a indicare con il dito per comunicare è un processo che inizia intorno ai sei mesi; il bambino dirige la propria attenzione verso un oggetto interessante e l’acquisizione di questa abilità costituisce un balzo in avanti dello sviluppo linguistico.

Oltre che a giocare ripetendo vocalizzazioni e lallazioni, è  utile che l’adulto verbalizzi le intenzioni del bambino, il bambino sente parole che si riferiscono esattamente a ciò che lo interessa  in quel momento e apprende la parola.  Allo stesso modo si facilità la comprensione dei nuovi vocaboli indicando e nominando le figure.

Dai dodici msi è bene lasciare al bambino il controllo del libro per permettergli una ampia esplorazione. Si può mettere in relazione la storia letta con le sue esperienze, chiedere dov’è? cos’è?e dare il tempo al bambino di rispondere.

Dai tre anni le domande possono permettere al bambino una risposta più complessa come cosa sta succedendo?” “tu cosa avresti fatto? . Il bambino ama raccontare la storia a modo suo agli adulti ma anche ai pupazzi. Nel primo anno ricordiamoci di considerare normale l’attenzione breve del  bambino e anche successivamente rispettiamo i suoi tempi mirando piuttosto a vivere momenti di divertimento genuino.

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